Torre Womb, il nuovo grattacielo con foresta di lecci integrata

Sembra non fermarsi la moda dei grattacieli con boschi incorporati a Milano. L’origine della tendenza va certamente ricercata nel Bosco Verticale; da qui, sulle ali del suo incredibile successo ne sono attualmente in costruzione altri, tra cui il Bosconavigli di cui abbiamo già parlato sul blog in passato.

Ma da qualche tempo in città non si fa altro che parlare di un nuovo edificio con bosco incorporato: è la torre Womb, nata dopo un concorso privato a inviti, bandito da Reale Mutua per un nuovo edificio in zona Garibaldi. Il vincitore è lo studio di architettura Labics, di Roma, che ha proposto la costruzione di una torre alta 88 metri con al suo interno un bosco di lecci. All’edificio è stato dato il curioso nome Torre Womb, acronimo di Wellness Over Milan Bureaus, anche se i cui ideatori hanno voluto giocare anche con un doppio senso, poichè “womb” in inglese si traduce come “utero”, o comunque come “grembo materno”.

L’edificio sarà adibito a sede di Reale Immobili, società satellite del gruppo che si occupa di gestire e valorizzare il patrimonio immobiliare aziendale; sorgerà al posto di un palazzo di 8 piani attualmente presente, risalente agli anni ’50 del secolo scorso, all’angolo tra via Massimo d’Azeglio e via Tito Speri. Praticamente ne raddoppierà le altezze, poichè è previsto che la torre raggiunga i 15 piani.

Il progetto della torre Womb

L’avveniristica torre Womb ricalca fedelmente le linee guida dei progetti più in voga a Milano ultimamente. Tanta luce che filtra dalle finestre, un’atmosfera ariosa, e naturalmente il bosco al suo interno. All’esterno avrà l’aspetto di una piramide in vetro e calcestruzzo, slanciata fino a raggiungere il punto massimo a 88 metri di altezza.

Esplicita richiesta del bando indetto da Reale Mutua per il quartier generale della sua divisione real estate è stata l’attenzione per i comfort ambientali. Risparmio energetico e flessibilità degli ambienti sono state le parole che hanno spinto lo studio Labics, fondato da Claudia Clemente e Francesco Isidori, a progettare la loro prima torre.

Ma non solo: altro punto chiave del bando era quello di considerare il contesto urbano in cui nascerà il grattacielo, ossia il business district di Porta Nuova. Secondo la giuria, il progetto di Labics ha risposto alla perfezione ai requisiti, prefigurando “risposte alle riflessioni sui nuovi modi di lavorare nell’era post covid”.

Ci si aspettano risultati all’altezza, e le premesse non sono male, considerando anche l’avveniristica oasi verde al piano terra, oltre a terrazze e spazi aperti per i dipendenti. Infine, il bosco: si parla di una foresta di lecci che si svilupperà in altezza, dalla base alla guglia, per dare quell’effetto di sospensione tanto caro agli architetti che stanno sviluppando i loro nuovi progetti a Milano. Nonostante le evidenti similitudini, gli architetti affermano di essersi ispirati alla Torre Guinigi di Lucca, la più importante della città, costruita in pietre e mattoni con la presenza di alcuni lecci sul tetto. Oggi è una delle poche rimaste in città: le oltre 250 che vi erano nel Medioevo oggi sono andate distrutte.

Lo sguardo rivolto verso il green

Non mancavano poi, all’interno del bando vinto da Labics, le richieste relative alla sostenibilità dell’edificio. Infatti è stato necessario rendere la torre Womb totalmente indipendente dal punto di vista energetico per buona parte dei mesi dell’anno.

I progettisti affermano di aver cercato a tutti i costi di “superare i clichè degli uffici chiusi, dove l’aria non può circolare, immaginando una torre che possa interagire con l’esterno, aprendosi ad uno spazio naturale”. Da qui l’idea del bosco di lecci, che verrà creato su una struttura esterna che si stacca dall’involucro per “inglobare aria, luce e verde”.

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